Matthew25

L’invito misterioso

Stamattina mi sono alzata con l’impressione che qualcosa stava per succedere nella mia vita. Non era una certezza e nemmeno una speranza. Solo una vaga impressione. Bisogna dire che era ora. Beh sì,  la mia vita assomiglia molto al deserto di Gobi, non che ci fossi mai stata, era una parola che mi fruttava sempre alcuni punti a Scrable, contro mio nonno. E ne andavo fiera. Beh, sì, qualcosa sapevo anch’io. Il deserto di Gobi non lo avrei mai visto davvero, e nemmeno ci tenevo. Tanto lo stavo vivendo in prima persona nella mia vita… e non era un bell’orizzonte.  Credetemi su parola!

Non che avessi di che lamentarmi, avevo una famiglia niente male, amiche niente male, e una professione niente male che mi permetteva di sbarcare il lunario. E a me bastava… o almeno facevo finta che fosse il caso.

Fare finta: in quello ero diventata maestra. Facevo finta in tutto e ovunque. Peggio di un attore di cinema. Molto molto ma molto  peggio. Perché per me, spenti e accesi i riflettori niente cambiava. Come dicevo, noia mortale.

Insomma per me nessun volo di fantasia, una vita terra/terra, che più in giù si muore sepolto. Mi capitava (come a tutti) di sognare una vita strabiliante sulle riviste patinate, dal dentista (così dimenticavo dove mi trovavo) o dal parrucchiere (così sognavo per un attimo di assomigliare ad una principessa).

Il mio futuro?  Non corro il rischio di un attacco di  vertigini, così non mi proietto mai più lontano delle prossime vacanze al mare (slandrata su una sdraio sfogliando le famose riviste patinate o leggendo un romanzetto rosa).

Allora, mi direte, come facevi ad avere l’impressione che qualcosa stava per succedere quella mattina nella tua vita di fallita ? Intuizione femminile? Ma a chi vuoi darla a bere? Istinto di sopravvivenza che tentava di tirare fuori la testa dallo yoghourt che mi stava trasformando in mummia.

Stavo ingoiando di fretta la mia prima tazza di caffè quando il mio cellulare ha vibrato, annunciando l’arrivo di una mail. Non poteva essere altro che pubblicità, ma lo apro, (forse era uno sconto del 80% per l’acquisto di vestiti per corrispondenza). Di quelli una ragazza non ne ha mai abbastanza, soprattutto se costano poco e se sono della misura giusta, cosa per niente evidente.

Dunque diamo un’occhiata:

Cara signorina,
le annunciamo che il suo nome è stato estratto per partecipare alle nozze di Meghan e Harry, a Londra, in qualità di damigella d’onore. Viaggio nel jet reale, pensione completa a Buckingham Palace, vestito di alta sartoria ….blablabla…

Ho letto tre volte prima di rendermi conto del contenuto di questa mail.

Cosa? Ma? Come mai? Perché io? Dove? Quando?... aggiungete voi qualche altra domanda, io sono rimasta senza parola!

A sì, qualcosa potrei aggiungere:   NON E POSSIBILE!! A ME NON PUO CAPITARE!!

Dunque da qualche parte deve esserci la presa in giro, l’inganno, il tentativo di truffa… sì perché a me queste cose non possono succedere.

Guardiamo per benino, leggiamo con attenzione… ah sì, trovato. Ma ti pareva!!!

Una condizione c’è:

al momento dell’imbarco deve assolutamente poter presentare questo codice sul suo telefonino

Matthew25

Ah! Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo che c’era un inganno dietro a tutto questo. Cosa significa questo codice?

Sono andata al lavoro come al solito ma non riuscivo a pensare ad altro che a questo invito misterioso. E poi come mai lo avevo ricevuto? Nel bus l’ho letto di nuovo alcune volte, cercando una spiegazione.

E poi, mi è tornato alla mente un vago ricordo. Una volta ero al supermercato e parlando di nuove opportunità con una vecchia signora ho detto:

- A me non capitano mai. Ma mi guardi!!

Lei mi ha squadrata per bene, mi ha sorriso gentilmente poi mi ha chiesto l’indirizzo mail,  dicendomi che voleva mandarmi un invito.

Ecco perché ho ricevuto questo invito, ma ancora non so da chi e chi altri ci sarà. Oltre ai reali d’Inghilterra, ben inteso. Non era la regina d’Inghilterra, sono sicura che lei non va a fare la spesa al mio supermercato, se no si saprebbe. O no?

Arrivando sul lavoro non posso parlarne con nessuno, mi vergogno troppo di essere ridicola. Mi prenderanno sicuramente in giro. Chi? Io? Invitata al matrimonio di Meghan e Harry?  Mitomane …

Alla pausa non posso però impedirmi di rileggere questo invito. Claudia, una collega pettegola e curiosa che non manca mai di cercare un pretesto per prendermi in giro, sbircia, sbircia…

- Cosa? Anche tu? Roba da non credere? Non sapevo che invitavano anche le grassone. Non troveranno mai un vestito abbastanza largo. Forse dovranno tagliare le tende, mi dice lanciando uno sguardo ironico alle mie curve abbondanti.

- Perché, anche tu… (oh no!! Lei no…pietà!)

- Certo. Non dico mai di no a nuove opportunità, le colgo sempre al volo. E pensa a chi potrei incontrare. Anzi, potrei persino far girare la testa allo sposo, volendo.

Infatti, lei è sempre in tiro, anche sul lavoro e che curve!!!…  mentre io infilo sempre i primi vestiti che mi capitano, tanto a me non sta mai bene niente. Per via dei miei salvagenti, appunto.

E, per togliermi ogni dubbio, mi mette sotto il naso il suo cellulare, con l’invito ben in mostra.

- Allora, spero che rinuncerai. O dovrò fare finta di non conoscerti! Lancia prima di girare i tacchi, e allontanarsi sculettando.

Fischi d’ammirazione per lei… sguardi pieni di commiserazione per me.

Arrossisco. Dalla rabbia e/o dall’umiliazione. Fate voi.

Quest’ umiliazione (o questa rabbia) ha però un effetto strano su di me. La logica mi dice di rinunciare, Claudia ha ragione, farei sicuramente schifo in qualsiasi vestito da sera … eppure contro ogni logica…

Decido di accettare l’invito. Non perché spero di strabiliare qualche VIP reale, (neanche nei miei sogni più folli) ma perché se mi hanno invitata, sapendo come sono fatta, chi sono io per non considerarmi degna?

Ci vado, perché voglio ringraziarli di avermi invitata. Punto basta.

Ma quante siamo ad essere state invitate oltre “miss perfettina” ed io?
Siamo in 10 che aspettiamo DA MOLTE ORE  rinchiuse in un terminal asettico e per nulla accogliente. Non ci hanno offerto nulla né da bere né da mangiare e non c’è neppure una poltrona….altro che VIP!

Ce ne vuole di motivazione per non girare i tacchi.

E Claudia fa sentire forte la sua indignazione. Lei e alcune altre non smettono di maneggiare il loro telefonino per sfogarsi su Whattsapp, Facebook, twitter e non so ancora dove.

Ma non si parlano tra loro, se non per guardarsi in cagnesco. Da nemiche. Da antagoniste

È proprio vero quello che diceva Sartre en Huis Clos, se non sei fra amici odi essere rinchiuso con qualcuno: l’inferno sono gli altri. Chiaro no?

Ma per me,  nessuno a cui scrivere, (perché non ho detto a nessuno dove andavo). Allora, assieme a quattro ragazze che non conoscevo fino a poco fa, ci siamo sedute per terra, in un angolo, a chiacchierare fra noi per ammazzare il tempo. Scopro che sono persone interessanti con storie avvincenti, arricchenti. Molte hanno dietro di sé una storia molto peggiore della mia ma nessuna piagnucola.  Ridiamo e scherziamo, stiamo benone.  Siamo tutte abituate a essere dimenticate in un angolo, le ultime ad essere servite, perciò portiamo pazienza e ci godiamo il momento. Ci sentiamo in Paradiso.

E poi … finalmente la porta si apre. Entra la vecchia signora del supermercato. Tutte si affollano intorno a lei.  Claudia inveisce forte

- Che cos’è questa storia? Noi meritiamo di essere trattate da VIP.

Ma lei la ignora, va dritto al sodo:

- Fatemi vedere il codice sul vostro telefonino, dice

Per me e le altre quattro mie nuove amiche, nessun problema. Tiriamo fuori il telefonino dal nostro bagaglio, lo accendiamo e mostriamo il codice.

Per le altre cinque, inclusa Claudia, invece la storia è ben diversa. Sono state così impegnate a maneggiare in solitario il loro telefonino che si sono scaricati tutti.

- Ci lasci il tempo per ricaricarli. Non c’è neppure una presa elettrica qui ! Protesta Claudia.

- Niente da fare. Le condizioni erano chiare. Niente codice, niente volo e niente matrimonio reale.

Pandemonio.

Mentre la vecchia signora ci conduce tutte e cinque verso il jet reale.

E là …

e no, non vi dico cosa ho visto. Un solo indizio: ne vale la pena.


Autor: Franca Henriette Coray

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