Siamo padroni del nostro destino?

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Siamo padroni del nostro destino? Possiamo scrivere la nostra storia? Abbiamo il potere di influenzare e addirittura capovolgere la sorte? Oppure siamo inermi ai suoi attacchi?

Se guardiamo il testo del «O Fortuna del Carmina Burana» sembra che non ci sia nulla da fare:

«O fortuna, velut luna, statu variabili semper crescis aut decrescis. Vita detestabilis nunc obdurat et tunc curat ludo mentis aciem  egestatem potestatem dissolvit ut glaciem. Sors imanis et inanis rota tu volubilis status malus vana salus semper dissolubilis. Obumrata et velata michi quoque niteris nunc per ludum dorsum nudum fero tui sceleris. Sors salutis et virtutismichi nunc contraria est affectus et defectus semper in angariahac in hora sine mora corde pulsum tangite quod per sortem sternit fortem mecum omnes plangite.»

Traducendolo nella lingua italiana otteniamo più o meno questo testo: «Oh sorte, come la luna, sempre in evoluzione, cresci e decresci. Vita odiosa che talvolta opprime e talvolta placa, che si prende gioco del nostro spirito, che usa sia la povertà che la potenza per farli  fondere come il ghiaccio. Sorte mostruosa e vuota, oh tu, ruota malefica sempre in movimento.  Vana salvezza sempre dissolta. Anche nell’ombra e velata, tu mi tormenti ancora per gioco e la mia schiena nuda si offre ai tuoi scellerati intenti. La salvezza e il coraggio mi sono ora contrari. Sono fatti e disfatti. Sempre nella schiavitù. A quest’ora, senza sosta, i battiti del mio cuore mi opprimono. Siccome la sorte abbatte il forte, voi tutti piangete con me.»

La lettura di questo testo ci lascia scoraggiati. Sembra che ogni nostro sforzo risulterà vano e che siamo succubi di eventi indipendenti dalla nostra volontà. Ma dobbiamo quindi essere fatalisti e piangere?

Leggendo la Bibbia ho scoperto questi passaggi incredibili:

1 Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del Signore: 2 «alzati, scendi in casa del vasaio, e là ti farò udire le mie parole». 3 allora io scesi in casa del vasaio, ed ecco egli stava lavorando alla ruota; 4 il vaso che faceva si guastò, come succede all’argilla in mano del vasaio; da capo ne fece un altro come a lui parve ben farlo. 5 la Parola del Signore mi fu rivolta in questi termini: 6 «Casa d’Israele, non posso io far di voi quello che fa questo vasaio?» dice il Signore. «Ecco, quel che l’argilla è in mano al vasaio, voi siete in mano mia, casa d’Israele! 7 a un dato momento io parlo riguardo a una nazione, riguardo a un regno, di sradicare, di abbattere, di distruggere; 8 ma, se quella nazione contro la quale ho parlato, si converte dalla sua malvagità, io mi pento del male che avevo pensato di fare. 9 in un altro momento io parlo riguardo a una nazione, a un regno, di costruire e di piantare; 10 ma, se quella nazione fa ciò che è male ai miei occhi senza dare ascolto alla mia voce, io mi pento del bene di cui avevo parlato di colmarla. [...] 12 ma [gli uomini] dicono: “è inutile; noi vogliamo camminare seguendo i nostri pensieri, vogliamo agire ciascuno seguendo la caparbietà del nostro cuore malvagio”. Geremia 18 (Riveduta)

«Se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte delle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati e guarirò il suo paese.» 2 Cronache 7,14

In questi passaggi si può notare che Dio è disposto a cambiare i suoi piani, e quindi il destino, in base al nostro comportamento sia in positivo che in negativo. Ciò vuol dire che non dobbiamo essere fatalisti ma attivarci. La risposta degli uomini, però, è passiva. C’è un detto francese che esprime questa idea umana: «Chassez le naturel et il revient au galop!» È con questo atteggiamento fatalistico che ci arrendiamo alla sorte, ad un destino ineluttabile: molti, infatti, pensano che dato che non possiamo cambiare la natura umana, non possiamo neppure cambiare il nostro destino, quello del nostro paese e quello di tutta l’umanità, sia nel bene che nel male. Ergo, siamo fatti così e così resteremo, non c’è nulla da fare e la sorte ci condanna alla disperazione più nera con le ali della nostra speranza in un futuro migliore spezzate irrimediabilmente. Possiamo dunque soltanto subire i colpi della sorte e piangere.

Ma Dio cerca individui che si sentono responsabili delle loro azioni, che sono disposti a raccogliere nuove sfide, per spingerLo a rivedere le decisioni che ha prese. Queste persone hanno il potere di fare cambiare idea a Dio!

Vediamo un esempio concreto estratto dalla Bibbia che illustra bene come i Leaders hanno avuto un grande ruolo nella storia dell’umanità:

Giona doveva andare a Ninive per avvisare i suoi abitanti del piano che il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe aveva nei loro confronti:  la loro distruzione a causa del loro cattivo comportamento.  In un primo momento Giona si rifiutò di ubbidire e così scese sempre più in basso per tentare di sfuggire al controllo di Dio fino al punto di trovarsi in fondo al mare. Dio voleva benedirlo, ma fu costretto a cambiare idea. Si alza una grande tempesta, i compagni di viaggio di Giona si spaventano. Giona, fatalista, dice: «è colpa mia, buttatemi fuori bordo». Una volta in mare Giona non ha più il controllo sul suo destino poiché l’unico momento nel quale l’uomo non ha scelte è davanti alla morte. Disperato, implora Dio di aiutarlo e di dargli un’altra possibilità. Per sua fortuna e contro il suo primo intento di sfuggire a Dio, l’Onnipotente continua a tenere d’occhio Giona e, cambiando nuovamente idea, lo salva. Tirato fuori dalle profondità marine, Giona finalmente si reca a Ninive per annunciare l’imminente distruzione della città. Però, come con Giona, i dadi non erano ancora tratti definitivamente neanche per la sorte di Ninive.

Se Giona vi sembra troppo testardo, vigliacco, disubbidiente. Se pensate che Dio abbia avuto troppa comprensione e pazienza nei suoi confronti offrendogli una seconda opportunità, allora dovete sapere che all’epoca, per un ebreo andare a Ninive significava rischiare la vita. Israele e Ninive, che era in Assiria (vicina a Mossul, nell’attuale Iraq), avevano rapporti molto tesi. Inoltre, Giona non era un ambasciatore del suo paese in missione ufficiale e quindi non era protetto da un lasciapassare.  Era un uomo qualsiasi, insignificante, che il re di Ninive avrebbe potuto far eliminare con uno schiocco delle dita. Immaginate la reazione di questo potente re nel sentire che c’era un pazzo straniero che gironzolava per le strade annunciando una prossima distruzione della sua città!

- Come? Tu vieni a dire a me, re della grande Ninive, che il tuo Dio vuole distruggere la mia città? -

Non vi sembra una provocazione, il delirio di un pazzo, il discorso demoralizzante frutto di una propaganda politica? Questo mi porta a ricordare quando Gabriele d’Annunzio sparpagliò volantini sopra la città di Vienna per demoralizzare i suoi abitanti verso la fine della Grande Guerra: a missione conclusa il suo aereo sembrava uno colabrodo.

Logicamente, il re di Ninive era seduto troppo in alto per aver motivo di stare a sentire quel pazzo arrivato dal territorio nemico e Giona aveva ragione di considerare vana e rischiosa la sua missione. Dal fondo del mare sarebbe passato al fondo di una cella buia di Ninive in attesa di essere decapitato?

Ma, stranamente il re della grande Ninive dette credito alle parole di un profeta ebreo e quindi la sua città non fu distrutta ma continuò a prosperare. Il re di Ninive prese una saggia decisione: è sempre meglio cercare di attirarsi le benedizioni di Dio. Agì in modo coraggioso e responsabile per tentare di salvare il suo paese dal suo apparentemente inevitabile fato e, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, le azioni di un pagano vennero notate da Dio che cambiò la sorte di un nemico giurato di Israele. Ciò significa che chiunque, sia esso ateo o credente di qualsiasi religione, viene ascoltato da Dio.

La Bibbia ci racconta altri episodi in cui un leader ha rovesciato le sorti che sembravano ineluttabilmente decise da Dio.  Prendiamo per esempio Mosé che si mise tra l’Eterno e il popolo per difenderlo dall’ira distruttiva di Dio (Deut.9:14,26),  poi imitato dai principi e i re d’Israele, (2 Cronache 12:6-7)  e nemmeno Neemia si tirò indietro, ( Neemia 1:4-11)…

Cercando un’applicazione per il giorno d’oggi possiamo concludere dicendo che dobbiamo scegliere fra due tipi di mentalità:

Quella del fatalista, opportunista ed egoista

Noi possiamo agire a modo nostro, in modalità  «dopo di noi il diluvio» e tirare la corda fino al punto di non ritorno per poi prendercela con un destino avverso, dire di essere in balia del destino e rassegnarci quando il nostro paese, la nostra ditta, la nostra chiesa e la nostra famiglia vengono travolte da eventi avversi che sono purtroppo al di fuori del nostro controllo.

Quella del leader responsabile che pensa in modo globale

Possiamo agire in modo responsabile, umile, oculato, pensando in modo globale e non solo egoisticamente per cercare in tutti i modi di capovolgere situazioni che sembrano irrisolvibili. Non dobbiamo arrenderci alla sorte avversa ma, al contrario, non dobbiamo lasciare nulla di intentato per convincere Dio a ricominciare a riversare durevolmente le sue benedizioni e la sua protezione sul nostro paese, sulla nostra ditta, sulla nostra chiesa, sulla nostra famiglia e su di noi!

Agendo da leader saremo padroni del nostro destino perché avremo il potere di discutere con Dio!  Un leader, che sia esso al governo di una nazione oppure a capo di una multinazionale, ma anche operaio in una ditta famigliare o sacerdote di una piccola comunità, ha la grande opportunità di poter capovolgere le decisioni che Dio aveva preso e che potevano sembrare inevitabili.

Se la cosa ci sembra troppo difficile, se ci sentiamo impotenti e ci sembra umanamente impossibile riuscire con le nostre sole forze ad influenzare la sorte, ricordiamoci che ogni bravo leader sa che da solo non andrebbe lontano ed è per questo che si fanno sempre circondare da un team. Da cristiani siamo avvantaggiati perché noi possiamo fare affidamento in ogni momento sul Signore Gesù Cristo che ci sussura all’orecchio queste meravigliose parole di speranza:

“le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio” (Luca 18,27)
“vi ho detto queste cose affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo” (Giovanni 16,33)

“ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente” (Matteo 28,20)

Franca Henriette Coray, coordinatrice ICS Ticino, Muralto

PS: Questo tema viene sviluppato in « Hôtel Fortuna », il mio quarto romanzo appena terminato, e attualmente non ancora pubblicato, in francese.

NdR: les romans de Franca Henriette Coray, actuellement seulement en français, sont en vente sur le site www.maisonbible.net

Datum: 28.11.2013
Autor: Franca Henriette Coray

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